Sembra sia accaduto un mese fa ma sono passati 14 anni da quando nel reparto di ostetricia della clinica Humanitas San Pio X° di Milano sperimentavo con giovani donne alcune musiche durante le fasi del travaglio e del parto. Cominciavo a somministrare in cuffia suoni e rumori con particolari frequenze e le sorgenti sonore venivano percepite come se arrivassero da punti diversi dello spazio circostante.  

Cominciava così il suo viaggio un metodo e una nuova disciplina al servizio dell'asse mente-corpo che in seguito venne denominata da me e i miei collaboratori Neuropsicofonia. 

Questa disciplina integra le conoscenze di neurologia e psicologia con lo studio dei suoni e della musica. Essa indaga gli effetti che le stimolazioni acustiche, come particolari frequenze e toni binaurali, hanno su corpo e psiche, due entità inscindibili. Può essere utilizzata in campo clinico come forma di musicoterapia ricettiva.

Con il termine musicoterapia, ricordiamo, si intende l’uso della musica e/o di elementi musicali in un processo atto a favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, l’espressione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.

Era venerdì 21 Luglio 2006 

 

 

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