Molti genitori mi raccontano che i loro adolescenti rispondono male o si esprimono con agiti impulsivi e fisici, sbattendo porte e tirando oggetti. Non tutti gli adolescenti sono così e, a volte, anche mio figlio quattordicenne ha comportamenti come gli altri coetanei, quei comportamenti adolescenziali che fanno preoccupare i genitori. Ringrazio il cielo di aver studiato la mente umana altrimenti, sensibile come sono, sarei in preda al panico. Altri adolescenti invece si chiudono nel silenzio e apparentemente sembrano molto tranquilli. Mi rivolgo ai genitori che stanno vivendo la mia stessa esperienza, comprendo i momenti di alta tensione ma quel che accade fa parte dei processi di sviluppo, comunque non accettate sfide e conflitti che darebbero più spazio all'aggresività. Comprendo la rabbia e la paura di noi genitori soprattutto perché ci è naturale pensare quanto amiamo i nostri figli. Molti genitori mi consultano e spesso sento affermazioni comuni come “non si deve permettere di mancarmi di rispetto", "temo che frequenti brutta gente", “non lo riconosco più", "è maleducato", "in casa nessuno di noi è così". È normale essere preoccupati, perchè il comportamento aggressivo e la rabbia che lo genera possono essere fortemente distruttivi sia per sè che per gli altri. Negli adolescenti sono reazioni emotive che agevolano comportamenti innati. È importante educare i bambini sin da piccoli a tollerare le frustrazioni, purtroppo madri o padri che non sanno dire di "no" per non sentirsi in colpa per aver generato insufficiente appagamento al loro figlio, avranno gravi conseguenze quando questi saranno in piena adolescenza in cui, i cambiamenti, le emozioni e le frustrazioni sono amplificate. Bisogna educarli sin da piccoli a contenere i comportamenti distruttivi e ad esprimere la rabbia parlando. Insegnare loro a trasformare l'aggressività in forza per raggiungere gli obiettivi desiderati. La consultazione con lo specialista serve molto, lo consiglio a tutte le famiglie con figli soprattutto per comprendere gli aspetti simbolici dei loro comportamenti. Per gli adolescenti la rabbia e l’aggressività assumono anche altri significati rispetto a quella degli adulti che è fondamentale saper interpretare per essere figure positive del loro sviluppo. Molti adolescenti provano nuove sensazioni che non riescono ad elaborare, gestire e contenere come farebbero da adulti quindi queste, sono più facilmente espulse verso l’esterno. Mi capita spesso mentre lavoro fi notare come la maggior parte vive la frustrazione per la scoperta di parti di sè (fisiche, psichiche, relazionali) imprevedibili e che non piacciono. Spesso l'adolescente maschio è aggressivo perché nel profondo si sente fragile come se avesse la sensazione di non riuscire a staccarsi ed essere indipendente dal padre, così lotta paradossalmente contro questo genitore che è ancora troppo desiderato, amato e ammirato e tutto questo è vissuto come un freno, una limitazione. Concludo questo articolo lasciandovi qualche consiglio nel caso avete figlioli adolescenti con frequenti picchi di aggressività. 1- "Accettiamo, comprendiamo e aspettiamo" come canto in una mia canzone. Affrontiamo i nostri sentimenti con saggezza senza giudicare impulsivamente l'aggressività dei ragazzi. Ricordiamoci del tempo che è servito a noi nella crescita per trovare il nostro equilibrio e la capacità di affrontare i momenti di frustrazione. Rendiamoci consapevoli che se non ci è stato permesso di esprimerci in adolescenza potremmo avere anche da adulti momenti di insofferenza e le nostre "non reazioni" non sono prove che eravamo più civili e meno aggressivi. 2- Non soffermiamoci sull'agito dei nostri figli ma cerchiamo di comprenderne il significato sapendo che i comportamenti delle persone hanno sempre un risvolto significativo. Se fate fatica ad analizzare i significati chiedete aiuto a noi psicoterapeuti e vivrete un'esperienza nuova e gratificante. 3- Non fatevi coinvolgere nel conflitto, non reagite impulsivamente ai loro comportamenti, successivamente, quando si troverà un momento senza tensioni provate a ripristinare un dialogo e cercate insieme delle spiegazioni. Se non vogliono parlare diciamo loro che rispetteremo il loro silenzio e chiediamogli di ascoltare soltanto esprimendo così il nostro pensiero e la nostra preoccupazione. Spiegando sempre quanto li amiamo e che da genitori disposti ad aiutare, si disapprovano e condannano i comportamenti e non le persone. 4- Quando parlate con i figli esprimete apprezzamenti verso i loro comportamenti positivi, questo vale di più che criticare quelli negativi. 5- Se la gravità dei comportamenti richiede una sanzione, assicuratevi che questa sia proporzionata e non impedisca un proseguo di cammino positivo sia per noi genitori che per loro. A volte una sanzione in cui si nega di fare qualcosa che al figlio piace, può impedire che nostro figlio possa adempiere a un dovere. Per esempio non possiamo sottrargli gli allenamenti sportivi se riteniamo positivo che mantenga interesse nel fare sport. Grazie per la vostra attenzione! Adriano Formoso

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